Finalmente dopo un autunno caldo e fin troppo asciutto e’ arrivata un po’ di pioggia.
A detta di tutti gli esperti del settore la raccolta del tartufo bianco e’ ormai compromessa ma se non altro avremo una stagione di “Marzuola” ( tuber albidium) molto abbondante.
Fino’ora la trifola ritrovata si mostrava disidratata e di conseguenza molto leggere, queste pioggie, se non altro, ci permetteranno di fare ritrovamenti più schietti e consistenti, con forme meno anomale vista la morbidezza del terreno e sicuramente più profumati e pesanti.
La cerca dei nostri cani sarà più faticosa a causa degli odori mitigati dall’acqua e sicuramente il loro fisico sarà messo a dura prova dall’umidità e dal freddo, ed è per questo che sarà importante una nutrizione più sostanziosa con un maggior apporto calorico.
Grazie al mio amico Antonio, che con spirito altruistico mi indica una probabile fiorita di Trifola, parto subito dopo pranzo anche se una leggera pioggerella scenda nelle nostre colline.
Arrivato nei pressi della pastura capisco che l’inverno stà mietendo le prime vittime e non trovo altri tartufai, cosa molto strana visto che la zona e’ conosciuta da tutti, ma il freddo, l’acqua e il fango sono un ottimo deterrente per i meno ostinati nella ricerca.
Comincio a scendere lungo il fosso e l’unica cosa che trovo e’ una beccaccia che vola via al passaggio dei miei cani, fortunatamente il mio bracco ungherese ha un istinto venatorio molto mitigato, inoltre grazie all’addestramento impartitogli si dimostra molto ubbidiente e con un piccolo richiamo ritorna subito a sondare il terreno alla ricerca del tartufo. Il mio lagotto romagnolo (data la giovane età) a parte il rumore causato non sembra per niente interessato alla cacciagione e continua ad intervallare la ricerca con i giochi.
A volte nascondo un involucro con all’interno il tartufo per spronarlo ancor di più alla ricerca visto che ha ancora bisogno di fare esperienza.
Scendo per circa 500 mt. senza che i miei cani annusino niente quando all’improvviso il Toro arresta il suo passo, torna indietro e comincia a “tirare di naso” come un aspirapolvere, dopo poche ruspate vedo che si ferma per vagliare la terra smossa e prende in bocca il tartufo. Subito lo blocco nella sua azione con il comando “seduto” e prelevo il tartufo; è un tartufo nero, scorza liscia e discreto profumo, credo sia un brumale.
Nel frattempo accade l’impensabile, Giuno il mio lagottino tutto bianco inizia a ruspare poco distante, mi dirigo verso di lui e scopro con enorme piacere che si tratta di un altro tartufo nero, il suo primo tartufo invernale. Con grande gioia lo ricompenso accarezzandolo e riservandogli mille complimenti.
Già soddisfatto dell’uscita riprendo il cammino arrivando in fondo al “canalone” senza ulteriori ritrovamenti.
Usciamo dal folto della boscaglia e il toro subito si dirige verso dei rami tagliati e accatastati sul bordo di un campo, vi annusa sopra, compie in giro attorno ad essi, si ferma e mi guarda come dire : “e ora cosa si fa?”.
Salto sopra i rami e comincio a creare un varco per il mio amico a quattro zampe, il Toro inizia a ruspare, ma con il naso entra ancora sotto i rami azzannandone alcuni, devo fare leva con il vanghino per cercare di allargare il varco. Durante questa operazione faccio forzo sul terreno penetrando con la punta del vanghino e subito il Toro si getta sulla zolla di terra appena sollevata, lo blocco, giro la zolla e con stupore vedo che al suo interno c’e’ il tartufo. Premio il mio fenomenale amico con le crocchette e un bacio in quel nasone portentoso.
Cerco di aprire la zolla di terra e sfortunatamente il tartufo si rompe in quattro pezzi. Peccato perché sarà stato almeno 40-50 gr.
Costeggiamo ancora il campo arrivando ad un pioppo solitario dove però altre volte ho visto dei fori richiusi, segno che qualche altro tartufaio aveva colpito.
Difatti dopo un breve giro intorno alla pianta il Toro si sofferma alle radici di un piccolo cespuglio ed inizia a scavare.
Con una leggere “svanghianata” alzo un po’ di terra e sento l’inconfondibile profumo di trifola. Premio il Toro e questa volta accompagno il lagaotto nel foro aperto per fargli annusare e scavare su quell’odore che ancora non conosce bene.
Dopo poco il tartufo “viene a galla” e premio di nuovo entrambi i cani con maggior riguardo per Giuno che sta’ facendo un ottimo lavoro. Comincia a farsi buoi e decido di riprendere il canalone e ritornare verso l’auto.
Risalendo a ritroso Il Toro compie altri due ritrovamenti e mentre mi dedico ad uno di essi, Giuno, di suo iniziativa ricomincia a ruspare, sia io che il Toro ci dirigiamo subito da lui.
Giuno, nonostante le dimensioni notevolmente ridotte rispetto al Toro, gli ringhia contro e ricomincia a scavare, segno di possessività nei confronti del tartufo.
Durante i ritrovamenti dei primi tartufi da parte dei miei cani in addestramento preferisco non interromperli per permettergli di aumentare la loro foga nell’escavazione, così dopo poco vedo il lagottino che mastica un pezzetto di tartufo. Guardo nel foro e scopro che Giuno ha ritrovato il suo primo tartufo bianco!
Dopo un altro momento di estasi riprendo il controllo di me e premio Giuno con una manciata di crocchete, prendendolo in braccio e osannandolo un po’ in quanto non mi aspettavo che ritrovasse una “trifola” tutto da solo.
Non so’ per quale motivo ma la risalita dello stesso canale è molto più copiosa di ritrovamenti che la discesa, evidentemente in quel lasso di tempo i tartufi sono andati a maturazione emanando un profumo più intenso e più facile da scovare per i miei cani.
Tra tartufi bianchi e quelli neri la tasca della mia trisacca e’ diventata voluminosa, ormai non vedo a più di 5 metri dalla punta del mio naso e così di comune accordo con i miei cani torniamo alla macchina.
Prima di salire una forte strofinata con un panno asciutto ai miei cani; il lagottino da bianco è diventato nero capace di mimetizzarsi meglio di Rambo, mentre l’ungherese sembra asciutto e pulito grazie al suo pelo raso e impermeabile.
Prendo la strada di casa con il sorriso sulle labbra, soddisfatto del lavoro svolto dai miei amici a 4 zampe. Durante il tragitto avverto mia moglie del ritardo e gli chiedo di scaldare la macchina fotografica perché e’ un giorno da immortalare...