Dopo alcune segnalazioni di tartufo bianco pregiato di bella pezzatura decidiamo con il “ Prof” di andare a battere la zona incriminata, che si trova nell’immediata periferia di Sansepolcro.
Dunque dopo pochi minuti i nostri cani sono già con il naso per terra vagliando i vari odori proveniente dal sottosuolo.
La mitica Polda, incrocio bracco-pointer dotata di un ottimo fiuto e un carattere indomito, dimostra subito tutta la sua esperienza scendendo nel fosso tra le spine per segnalare al Prof un tartufo.
Non resta altro da fare che creare un varco tra i rovi con il vanghino e scendere per verificare se la Polda ha colpito ancora.
Dopo alcune "svanghinate” il Prof alza la testa con un sorriso beffardo e capisco subito che ha percepito l’odore del tartufo bianco pregiato.
Riprendiamo il nostro giro lungo la “reglia” , Franco mi racconta che il giorno prima e’ riuscito a far bottino e portare alla luce 700 gr di bianco, tra i quali tre tartufi di bella pezzatura, che vedrete in un’ altro servizio.
Continuando nel suo racconto sottolinea come l’esperienza della Polda, che ormai caccia tartufi da ben cinque anni, l’abbia aiutato nel ritrovamento di un tartufo da 180gr, in quando la sua fedele compagna aveva si avvertito l’odore del tartufo ma lo stava segnalando in tre punti diversi, che formavano tra loro un triangolo.
La Polda ha impiegato diversi minuti a capire quale fosse la posizione esatta del tartufo in quanto la presenza di grossi spacchi nel terreno, dovuti dalla mancanza di pioggia, permettevano al profumo del tartufo di espendarsi nel sottosuolo.
Probabilmente un altro cane non sarebbe riuscito a localizzare con precisione il tartufo e quindi sarebbe stato obbligato a scavare in tutti i punti segnalati correndo il rischio di scoraggiarsi e lasciar perdere.
Gli chiedo se tale dote e’ riscontrabile in tutti i cani e lui orgoglioso mi risponde: ...ma la Polda non e’ mica un comune cane da tartufo.
Effettivamente vederla al lavoro e’ una gioia per gli occhi di qualsiasi tartufaio, e’ sempre concentrata nella ricerca, sale e scende fra i rovi con noncuranza, l’unico difetto riscontrabile e’ la sua energia che obbliga il Prof a qualche richiamo sottovoce per non destare troppa curiosità, ma è grazie proprio a questo carattere indomito che rende la Polda unica nel suo lavoro.
Tra una chiacchiera e l’altra percorriamo circa 500 mt e stavolta la segnalazione del tartufo viene dal mio Toro.
Lo richiamo prontamente per interrompere la sua azione di scavata e mi armo di macchina fotografica, cosi’ “tocca” di nuovo al Prof provvedere all’escavazione.
Fa tornare la Polda nel luogo per un ulteriore garanzia e anche lei segna con la zampa il terreno... il Prof e’ pronto a scavare.
E’ bello vedere come la furia bianco-nera invece di correre via rimanga attenta a scrutare i movimenti del Prof, in quanto sa già che all’occorrenza deve dare un ulteriore contributo all’escavazione e soprattutto sta gia assaporando la sua ricompensa anche se ancora il tartufo non si vede.
Per fortuna il fosso e’ in secca, c’e’ solo un po’ di fango ai piedi del Prof che altrimenti avrebbe dovuto farsi anche una nuotatina per recuperare il tartufo.
Finalmente ci siamo; via il vanghino e il Prof inizia a scavare con le mani, segno che ha individuato il tartufo e cerca di liberarlo dalla morsa del terreno.
Questa volta il tartufo e’ un po’ più grande, circa 80 gr, tondeggiante e profumatissimo; riprendiamo la nostra escursione ma nessun altro ritrovamento.
Possiamo quindi tornare alle nostre auto contenti del bottino.