Bracco Pointer per la ricerca del tartufo
perchè sceglierlo?
Questi sono solo alcuni esempi dei nostri cani selezionati di incrocio bracco/pointer; in tutte le foto si può capire la dedizione al lavoro, la tenacia nell’escavazione e lo spiccato fiuto per il tartufo.
Questo incrocio non è propriamente casuale in quanto da svariati anni, soprattutto nel centro Italia, vi è una selezione di bracchi tedeschi e pointer addestrati alla ricerca del tartufo, che data la loro efficacia in questo tipo di lavoro vengono appositamente incrociati tra di loro.
Molti sono i tartufai che vantano soggetti già di terza o addirittura quarta generazione fra i loro fedeli amici a quattro zampe, facendo parlare gli appassionati di “una quasi razza”, quella del bracco-pointer appunto.
Ma perché negli anni si è andata a delineare questa precisa scelta?
In effetti tutte le razze possono essere istruite per la ricerca del tartufo,
essenziale e’ un buon addestratore con un buon addestramento e tutti i cani, anche i meticci, possono diventare cani da tartufo.
In effetti negli anni passati, quando ancora il mondo del tartufo non destava un interesse così diffuso, erano proprio i “bastardini” i cani più usati per la ricerca, in quanto erano dotati di un ottima resistenza, tenace temperamento, buon fiuto, docilità e propensione ad eseguire gli ordini impartiti.
Inoltre erano soggetti di piccole dimensioni che venivano allevati nelle corti delle case rurali o che addirittura vivevano sotto il tavolo di casa, la dove si creava una simbiosi cane-padrone perfetta, ma questo e’ un discorso che approfondiremo in un altro argomento.
Quando il mondo del tartufo ha iniziato ad entrare in tutti i ristoranti e in tante case,
la figura del tartufaio e’ andata via via modellandosi, da semplice appassionato o amante del tartufo, si e’ creata una figura semi professionale che oltre alla degustazione
ricercava tartufo anche per la vendita.
Questo cambiamento
ha spinto il tartufaio a cercare nel cane delle caratteristiche ben definite per svolgere la sua attività, quali ad esempio una forte resistenza al lavoro in ambienti avversi, olfatto ben sviluppato per ricercare tartufaie sconosciute, predisposizione ad eseguire i comandi, velocità nella ricerca e moderato istinto venatorio.
Non esistendo una razza che raggruppasse tutte queste caratteristiche sono iniziati una serie di incroci che hanno portato il
bracco-pointer ad essere “una quasi razza” selezionata per la ricerca del tartufo; molti appassionati cinofili storceranno il naso su questa definizione ma i fatti ed i racconti dei vecchi tartufai della zona ci sostengono in questa affermazione.
Di fatti quasi tutti i tartufai erano esperti cacciatori, i quali possedevano cani come pointer, bracco tedesco (kurzhaar), bracco italiano, spinone e setter che via via addestravano anche per la ricerca del tartufo. Fra questa ampia gamma, si andavano delineando quali fossero le razze più predisposte o più facili da addestrare sulla ricerca del tartufo e tra queste appunto spiccavano il pointer ed il bracco tedesco, seppur anche lo spinone è stato per molti anni impiegato nella ricerca del tartufo.
Il POINTER, per le sue particolari doti,
è forse il miglior cane da impiegare nella ricerca del tartufo se non fosse per il suo bisogno innato di cacciare, formidabile dote per i cacciatori, meno per i tartufai.
Leggendo le varie descrizioni su questa razza non si può far altro che rimanere affascinati sia dalla parole dei suoi stimatori che dalla caratteristiche uniche che possiede, è infatti chiamato sua maestà pointer per la sua struttura possente ma al tempo stesso slanciata ed elegante. Il suo nome deriva dal verbo inglese “to point” cioe’ puntare, ha difatti
una spiccata capacità di ricercare, scovare e di puntare la preda, che lo rendo
il cane da ferma per eccellenza.
Ha uno stop molto marcato ed una canna nasale ben sviluppata, il suo tartufo è grande ed umido, con narici ben aperte e si rialza molto sulla linea orizzontale della canna nasale. Questa e’ forse la dote più affascinante che il tartufaio ricerca nel pointer, che viene chiamato anche “
Re del vento” in quanto il suo finissimo e forte olfatto gli permette di rimanere immobile nella sua tipica posa e fiutare la preda (sia essa selvaggina o tartufo) sfruttando le correnti di vento...
I suoi difetti (sia ben inteso, solo per noi tartufai) sono pochi ma importanti.
Il pointer è difatti il cane ideale per le grandi distese di pianura dove può sfogare i suoi galoppi,
è un galoppatore nato e solo un buon addestratore riesce a farlo “pasturare” nella tartufaia senza che si allunghi troppo.
Il richiamo della cacciagione può farlo distrarre dalla ricerca del tartufo in quanto il suo istinto atavico per la caccia e’ molto sviluppato.
Come anticipato, per cercare di mitigare la sua irruenza ed il suo istinto venatorio i vecchi tartufai hanno iniziato ad incrociare il pointer con il Kurzhaar (bracco tedesco).
Il KURZHAAR è un mirabile cane che nel suo lavoro, a seconda del terreno, fonde ed armonizza i pregi delle razze inglesi con quelli delle razze continentali, pur conservando una fisionomia propria ed una spiccata personalità ha difatti un galoppo continuo ed energico ma non impetuoso, le sue forme assicurano resistenza e forza pur risultando leggermente ridotte rispetto al pointer.
Si adatta a tutti i tipi di terreno e ad ogni condizione climatica, ha un carattere meno esuberante del pointer che lo rende ben disposto verso l’educazione e qualsiasi tipo di addestramento, tantè che in Germania (suo paese di origine) non viene utilizzato esclusivamente per la caccia ma impiegato anche in altre attività (es. obbedience e utility).
Dimostra un attaccamento esemplare verso il padrone che deve addestrarlo con fermezza, imponendosi come capo branco. (sottolineiamo che con “fermezza” non intendiamo cattiveria e crudeltà bensì la capacità dell’uomo di imporsi come guida del suo fedele compagno).
Naturalmente essendo un cane da caccia ha un istinto venatorio molto sviluppato, ed ha bisogno di un
allenamento costante e quotidiano. La sua canna nasale è pressoché rettilinea, leggermente convessa sul tartufo, che e’ prominente e con narici ben aperte.
Diciamo che dall’incrocio bracco-pointer i vecchi tartufai hanno cercato di prendere la potenza olfattiva e la capacità di scovare nuove tartufaie dal pointer, l’obbedienza e la dedizione al padrone del kurzhaar.
Entrambe le razze invece hanno apportato la tenacia nell’escavazione del tartufo,la forza e la resistenza a periodi di lavoro prolungati e sopratutto la duttilità a tutti i tipi di terreno, difatti le vallate appenniniche sono spesso impervie, perché soggette in molte regioni a frane e scoscendimenti. Data infatti la composizione prevalentemente argillosa del suolo e in conseguenza pure del disboscamento dei tempi passati, le acque di superficie agiscono rovinosamente: scavano solchi (calanchi), rendono inabitabili vaste superfici e provocano lo slittamento di interi pendii, che nei periodi di pioggia si trasformano in fiumi di fango.
Sicuramente
non esiste un cane da tartufi per eccellenza, ma da questo tipo di incrocio ci si può aspettare un cane con una cerca ampia, in grado di scovare nuove tartufaie, impetuoso durante la raspata ed ubbidiente.
A differenza di altre razze però ha bisogno di un addestramento continuo e costante, di tempo e ampi spazzi dove sfogare la sua energia e di un giusto capo branco pronto a correggerlo e sostenerlo nel giusto modo.
Non è la scelta ideale per chi esce a tartufare saltuariamente e magari ha poca dimestichezza con i cani. Le sue dimensioni non sono contenute come, ad esempio, quelle del lagotto romangolo, e la sua irruenza anche nel gioco è da tenere in considerazione, insomma una cane atletico per un tartufaio atleta …
Questa naturalmente è la nostra modesta opinione, basata però su di un esperienza diretta ed una tradizione tipica delle nostre zone, potete ancora trovare vecchi tartufai esperti addestratori pronti a raccontarvi le loro esperienze (sestino -AR- , Montone –PG–, Gubbio –PG-)
La diffusione di questo incrocio per la ricerca del tartufo copre una vasta zona dell’Appennino centrale e comprende l’Emilia, la bassa Toscana, l’Umbria e le Marche.
Poggini Alessandro - CanidaTartufo.it